Cinemascope Deluxe

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on lunedì, maggio 23, 2011

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Questa scena è Kaurismaki: un saggio di un espressionismo malinconico e sagace. Un tondo perfetto. Un sentimento essenziale.

Habemus Nanni.

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on venerdì, maggio 06, 2011

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"Spero di non addormentarmi come Berlusconi alla beatificazione di Wojtyla”. Queste le parole sussurratemi dalla mia compagnia titubante, prendendo posto in un cinema di paese semi-vuoto, per la visione di Habemus papam. Contrariamente a quanto professato da Moretti sul non sapere nulla del film che si va a vedere, su questo film è in circolo una quantità di informazioni tale da rendere superflua la visione dello stesso. Nella mia mente compare ad intervalli regolari l'aereo targato Natalia Aspesi recante lo striscione INDIMENTICABILE, nonché lo stesso Moretti ospite della trasmissione “Che tempo che fa” risucchiato all'interno di una intervista molto poco intuitiva sulla trama del fim( nel dire che questo sia stato eviscerato per filo e per segno si commetterebbe un'approssimazione grave. Per difetto, intendo). In breve: un contorno mediatico accanitosi nel pompare le aspettative di ciascuno era stato messo in piedi. Troppo tardi quindi per ritornare indietro. Addio innocenza.

Inizio col dire che Habemus papam ha del sorprendente. Sorprende ogni volta, infatti, la quantità di coloro che si genuflettono preventivamente innanzi alla palma d'oro/girotondino Moretti e, di conseguenza, non sorprende, purtroppo, il leggere recensioni compilate a tavolino senza neanche metter piede in una sala a vedere esattamente di cosa scrivere. Dico solo che certi entusiasmi sono giustificati solo in virtù dei tempi che corrono e dell'inconsistenza cinematografica italiana che, per 20 film prodotti, ne rende dimenticabili almeno 15.

Beh dai, non è terribile!”sento mormorare all'intervallo. No davvero, anzi, aggiungerei. Tre scene almeno entreranno di diritto nella storia del cinema: il torneo di pallavolo; i vescovi che ballano su “Todo cambia”e la processione checoviana in hotel.

E' solo che c'è un buco sostanziale nella sceneggiatura. Non c'è un acme nella narrazione. Un papa in crisi di inadeguatezza e con un deficit dell' accudimento. Sì. Ok. Ma perché?

Non ce la faccio, non ce la faccio” ripete Melville (omaggio al regista e non allo scrittore) ad ogni piè sospinto. Ma una motivazione non giunge mai. Ed è un peccato il non aver affidato al teatro una sorta di funzione maieutica della vicenda interiore del pontefice, o meglio, un peccato averla solo fatta intuire.

Il non detto spadroneggia nel film, il quale resta -decisamente- poco parlato. L'opera intera si regge sulla mimica di Piccoli, straordinaria maschera fatta di pochi accenni ma estremamente efficaci. Vero è che i film di Moretti non sono il trionfo della loquacità...ma qui si fa forse eccessivo affidamento allo sguardo di Piccolì per risolvere le problematicità inquisitorie che il film scaturisce.

Moretti si ritaglia, a malincuore, il ruolo di comprimario, riducendo all'essenziale il confronto con Piccoli che avviene solo all'inizio. Per il resto i due personaggi seguono vie differenti sovrapponendosi in parallelo. Nel match fede vs. psicanalisi emergono in realtà due sconfitti: stesse fragilità e stesse verità supposte. Sicuramente c'è una componente dissacrante sulla psicanalisi senza cadere nel macchiettistico: anche quando Moretti riconosce di essere il migliore, non ci pare neanche troppo singolare come affermazione.

Prese di posizione? Anyone? Non pervenute. Non ci sono condanne o esaltazioni fragorose.

Il momento WTF se lo guadagna l'attore che introduce il papa al balcone che è la fedele reincarnazione del cardinale Esilio Tonini. Non so dove l'abbiano trovato e se sia stata voluta la somiglianza ma è oggettivamente indistinguibile dall'originale. Premio simpatia, invece, al cardinal Brummer.

E poi il finale. Il finale riscatta il senso della storia. Moretti aveva sicuramente più chiaro in mente che tipo di storia mettere in scena a differenza del come metterla in scena. L'idea è ingegnosa e singolare. Un papa investito del titolo che si tira indietro innanzi a Dio, ai fedeli ed al conclave, dal ruolo che l'attende. “C'è chi è nato per condurre e chi per essere condotto...ed io devo essere condotto.”Insomma "siamo uomini o caporali? Are we humans or are we dancers?"

Come non far il tifo per la reazione di un uomo più che di un uomo di fede; per l'outing degli outing: quel gettare la spugna che tutti avrebbero voluto vedere fino ad ora in un papa che si rivolge ai fedeli? Ed invece mai nessuno a dire quell' "io sono come voi". C'è toccato il segno di vittoria di Ratzinger che alza in aria, idealmente, la coppa della Pontifex League. A ricordarci che fare il papa ha davvero poco a che vedere con ogni sorta di fede.

Bookends theme

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on giovedì, marzo 31, 2011

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Dovrei tipo aggiornare la mia professione.

Perché non è più esattamente tessere una tesi in tensione.
Ebbene sì.
L'Alma Mater piange il suo miglior contribuente.
Padiglioni nasceranno grazie ai miei lauti finanziamenti.
Non chiedo molto.
Anche solo la dedica di un'ala qualunque.
Magari dello scantinato.
O dello sgabuzzino delle scope.

E quindi svelato l'arcano della mia misteriosa scomparsa.
Dovevo tipo riscrivere l'Iliade per laurearmi.
E pare ci sia riuscita.
277 pagine con Lode.

Big me.

Deficio ergo sum

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on mercoledì, dicembre 22, 2010

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Ora, io dico, non è meraviglioso un blog in cui vi viene spiattellato dopo Michael Haneke un husky ballerino? Quanto avanti è?



Inutile dire che la coreografia nonché l'animazione è stata curata dalla sottoscritta. Non è dato sapere se in evidente stato confusionale o in lucidità preterintenzionale.
E allora concedetemelo, 'ché la nipotina mi fa 1 anno oggi!
Tocca quindi dar fondo alla famosa arte dell'entertainment bimbo friendly. E sento di poter dire la mia a riguardo.
Nel caso in cui questo video non vi bastasse, vi avesse creato una certa dipendenza o curiosità sulla snodabilità del soggetto in questione, il dancing husky s'è cimentato anche in altro. Folkloristicamente vostro, qui.

Ehm...suppongo che dopo questo post ogni momento sia quello buono per una chiamata amichevole dal CIM, right?

Benny's Video

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on mercoledì, dicembre 08, 2010

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Questo post parla di Michael Haneke. Ancora lui. Questo film è di Michael Haneke e vi disturberà. Pronti?Benny's video non è il primo film del'autore austriaco ma rientra sicuramente nei suoi tardivi inizi e racchiude -uno ad uno- tutti i temi del suo cinema. L'insensatezza del male, l'impassibilità della violenza, la psicosi del quotidiano, la mediatizzazione come forma di espiazione, i rapporti familiari degenerati. Quadretto alquanto confortante, direte. Ma Haneke è così. Difficile che possa conquistare platee mettendole d'accordo sulla qualità di quanto propone. Difficile non sbuffare, sonnecchiare o distogliere lo sguardo in 1h e 45 m di film. La tentazione di voler mollare, in un film di Haneke, non tarda a palesarsi. E' immediata. Perché son le prime battute che ti mettono alla prova e testano effettivamente di che pasta sei fatto. E' una sorta di selezione naturale che il regista compie: "se superi questo, non temere, non te ne pentirai continuando." Per me è così. La ripidissima scalata di un anticlimax, la vetta che non immagini eh, a vederla così alta ed acuminata, ma che poi ti sorprendi a trovartici sospeso proprio in punta scrutando dall'alto il vuoto sottostante. Vertigini. E' questo che si avverte infine: l'essere stati in balia di una grande e perpetua vertigine.
L'acme. Si inizia guardando una Vhs di un maiale ucciso in un podere con un colpo d'aria compresa in testa. Lo si vede e lo si rivede al rallenty. E lo si sente. Dapprima il sordo grugnire, poi il lamento dilaniato dal distorto rallentamento delle immagini. Dopo qualche fotogramma, luce sullo spettatore: un adolescente nel chiuso della sua stanzetta. Non una smorfia, non un accenno a qualunque emozione, solo una Vhs tra le tante. Benny ci appare così. Un adolescente tipo della Vienna bene: ottima estrazione familiare, bella casa, amici, compiti, scuola, appunti, spuntini. Nulla di eccepibile. Forse qualche piccola tensione con i genitori. Ma chi non ne ha a quell'età?
Benny conosce una ragazza, proprio fuori dalla videoteca in cui è solito prender video a noleggio. La porta a casa sua, se la fa amica, cenano assieme, scherza, la strattona, le fa domande e ne testa forza ed coraggio, finché non ne diviene l'aguzzino. Finché lei non diviene il suo animale da mattanza. Riprodurre quanto visto sembra qualcosa di diverso dall'uccidere. Ma ahimè non consente di tornare indietro all'infinito quasi a voler riavvolgere un nastro. Come spesso accade nei film di Haneke, anche qui, la violenza non è ostentata ma è intuita, riconosciuta e ultimata fuori dal campo di una videocamera fissa a riprender quanto non accade.
"Ed anche questa è fatta". Incurante del significato di quanto compiuto ciò che conta è averlo fatto, sapere cosa si prova, vedere com'è e poi andar avanti. Il corpo non è occultato, resterebbe lì se non per salvar le apparenze. In un impeto di furore si rade a zero ed in uno di debolezza confessa l'accaduto ai propri. Condividere una colpa? Piuttosto scaricarla, è questo il suo obiettivo. Mostrato il video ai genitori viene riversato su di essi il dubbio, il rimorso, il progettare come liberarsi del corpo senza che nessuno sappia. Da "al corrente dei fatti" diventano "colpevoli" ed unici responsabili di un qualcosa che se si sapesse comprometterebbe carriere e reputazione.
Anche questa che sembra una debolezza del ragazzo è invece la summa di un rancore programmato ad annientar gli altri tra sensi di colpa e lacrime che il ragazzo non comprende e non avverte. In fondo veder e riveder il video di quanto accaduto lo ha reso solo uno spettatore. Esattamente come per il maiale. L'espiazione passa attraverso la mediazione del video, il suo non comparire se non di spalle. Non ci sono responsabilità se il rivedere rende spettatori più che attori. Si tratta solo di qualcosa da dover metter a fuoco, compiaciuti della propria arte, seduti al buio di una cameretta oscura. E no, non sono stato io, no. Io volevo solo guardare e cercar di capire "che cosa si prova?". E la risposta gela nella vene. Non si prova nulla.

Solo gli stronzi muoiono.

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on mercoledì, dicembre 01, 2010

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"Cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione!" ( 1975 Amici miei, Mario Monicelli)

BBC's Live Lounge

Posted by TibiDabi | Posted in | Posted on mercoledì, novembre 24, 2010

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E' da qualche tempo che seguo il BBC's Live Lounge. Il fato lo ha portato sul mio cammino ed io son così magnanima da voler condivider con voi la cosa, manco fosse di mia esclusiva proprietà. Più che altro diciamo che ve ne rendo edotti, laddove siate così naives da non aver alcuna idea di che cosa io stia blaterando. Quindi subappaltate pure, se vi pare!
Ok, due righe su Live Lounge. Trasmissione della fascia mattutina della BBC Radio 1 è solita ospitar gruppi musicali svariati e performers i quali si esibiscono dapprima in un loro pezzo seguito da una cover di un'altra band/cantante. Il lato risibile della cosa? Si tratta di cover lontane galassie dal genere praticato dal cantante/band in questione. Le varie esibizioni sono state raccolte in varie compilations: Volume 1, 2, 3, 4, n. I più colpiti da urticante curiosità sanno già che fare, vero?
Ah. Ovviamente di risibile c'è davvero molto, molto, molto poco. Alcune cover sono da "tanto di cappello". Suppongo che i legittimi proprietari di alcuni pezzi non le ripropongano più nei loro live per il subentrato senso d'inadeguatezza che, come dargli torto, li fa scoppiar in lacrime nel mezzo di ogni esibizione. Poveri loro.
Faccio qualche esempio così da diradar qualche nube ( non dei frignoni, delle cover eh!) :
Biffy Clyro -> Ciara Love Sex Magic
Lady Gaga -> Coldplay Viva la Vida
Adele -> The Strokes Last nite
Dizzee Rascal -> The Tings Tings That's not my name
Katy Perry -> The MGMT Electric feel
Arctic Monkeys -> Amy Winehouse You know i'm no good

Un esempio concreto? Gorillaz che rifanno Crystalised dei The xx può render l'idea?
Sì, direi di sì.
Enjoy.